Ravello e le sue chiese

Benvenuto nel sito “Ravello e le sue Chiese”.
Ravello, centro internazionale di storia, cultura, arte e religiosità, aperto a visioni di mare e di cielo,
in una perfetta fusione di arte e natura, dona al visitatore serenità e profonda immersione nel
“Mistero dell’Infinito”. Il sito intende favorire la fruizione delle “mirabili chiese” ed elevare
lo spirito alla contemplazione delle vestigia del passato innanzi alle quali il cuore arde e l’anima
si eleva a Dio.

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L'Eucarestia. Il massimo dono di Dio per noi.

Basilica Ex Cattedrale di Ravello

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Vangelo di Domenica 16 Febbraio 2020

O Dio, che hai promesso di essere presente in coloro che ti amano e con cuore retto e sincero custodiscono la tua parola, rendici degni di diventare tua stabile dimora.

Sir 15,16-21

Dal libro del Siràcide

Se vuoi osservare i suoi comandamenti, essi ti custodiranno;
se hai fiducia in lui, anche tu vivrai.
Egli ti ha posto davanti fuoco e acqua:
là dove vuoi tendi la tua mano.
Davanti agli uomini stanno la vita e la morte, il bene e il male:
a ognuno sarà dato ciò che a lui piacerà.
Grande infatti è la sapienza del Signore;
forte e potente, egli vede ogni cosa.
I suoi occhi sono su coloro che lo temono,
egli conosce ogni opera degli uomini.
A nessuno ha comandato di essere empio
e a nessuno ha dato il permesso di peccare.

Sal.118

RIT: Beato chi cammina nella legge del Signore.

Beato chi è integro nella sua via
e cammina nella legge del Signore.
Beato chi custodisce i suoi insegnamenti
e lo cerca con tutto il cuore.

Tu hai promulgato i tuoi precetti
perché siano osservati interamente.
Siano stabili le mie vie
nel custodire i tuoi decreti.

Sii benevolo con il tuo servo e avrò vita,
osserverò la tua parola.
Aprimi gli occhi perché io consideri
le meraviglie della tua legge.

Insegnami, Signore, la via dei tuoi decreti
e la custodirò sino alla fine.
Dammi intelligenza, perché io custodisca la tua legge
e la osservi con tutto il cuore.

1Cor 2,6-10

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi

Fratelli, tra coloro che sono perfetti parliamo, sì, di sapienza, ma di una sapienza che non è di questo mondo, né dei dominatori di questo mondo, che vengono ridotti al nulla. Parliamo invece della sapienza di Dio, che è nel mistero, che è rimasta nascosta e che Dio ha stabilito prima dei secoli per la nostra gloria.
Nessuno dei dominatori di questo mondo l'ha conosciuta; se l'avessero conosciuta, non avrebbero crocifisso il Signore della gloria.
Ma, come sta scritto:
«Quelle cose che occhio non vide, né orecchio udì,
né mai entrarono in cuore di uomo,
Dio le ha preparate per coloro che lo amano».
Ma a noi Dio le ha rivelate per mezzo dello Spirito; lo Spirito infatti conosce bene ogni cosa, anche le profondità di Dio.
 

Mt 5,17-37


Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli.
Io vi dico infatti: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.
Avete inteso che fu detto agli antichi: "Non ucciderai; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio". Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: "Stupido", dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: "Pazzo", sarà destinato al fuoco della Geènna.
Se dunque tu presenti la tua offerta all'altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all'altare, va' prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono.
Mettiti presto d'accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l'avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all'ultimo spicciolo!
Avete inteso che fu detto: "Non commetterai adulterio". Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore.
Se il tuo occhio destro ti è motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geènna. E se la tua mano destra ti è motivo di scandalo, tagliala e gettala via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geènna.
Fu pure detto: "Chi ripudia la propria moglie, le dia l'atto del ripudio". Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, eccetto il caso di unione illegittima, la espone all'adulterio, e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio.
Avete anche inteso che fu detto agli antichi: "Non giurerai il falso, ma adempirai verso il Signore i tuoi giuramenti". Ma io vi dico: non giurate affatto, né per il cielo, perché è il trono di Dio, né per la terra, perché è lo sgabello dei suoi piedi, né per Gerusalemme, perché è la città del grande Re. Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. Sia invece il vostro parlare: "sì, sì", "no, no"; il di più viene dal Maligno».

 

La nuova legge

Gesù non è venuto ad abolire la legge, ma a portarla a compimento, a darle quel «di più» che la fa superare come legge e la fa accettare come scelta interiore. Di fatto la giustizia del fariseo si limita all'osservanza degli articoli di legge. La giustizia del cristiano non dipende prima di tutto dalla semplice osservanza della legge, ma dal fatto che gli ultimi tempi sono compiuti in Gesù, e che Gesù per primo e giunto ad obbedire alla legge in comunione con il Padre. Cristo stabilisce un nuovo criterio di valutazione morale: l'intenzione personale.

Il di più della nuova legge

E' nel cuore che si decide l'atteggiamento più vero e più radicale dell'uomo, è lì che bisogna portare l'attenzione e la scelta: questa è la superiore esigenza della legge, il «di più» con cui Cristo la porta a compimento e a perfezione.

 Non basta non uccidere, bisogna non adirarsi (Mt 5,21s). Non basta non commettere adulterio, bisogna non desiderare la donna degli altri (Mt 5,27s). Non basta lavarsi le mani prima dei pasti, bisogna «purificare» l'interiore dell'uomo (Mc 7,1-23). Non basta erigere monumenti ai profeti, bisogna non farli tacere uccidendoli (Mt 23,29ss). Non basta dire: «Signore, Signore», ma bisogna « fare la volontà del Padre che è nei cieli» (Mt 7,21). Non basta dire parole senza fine nella preghiera, bisogna aver fede nella bontà di Dio (Mt 6,7). Non basta il sacrificio, non serve a niente l'atto di culto e l'osservanza dei precetti minori se non si pongono al primo posto nella propria vita morale la giustizia, la misericordia e la fede (Mt 9,13;   12,7;   23,23).

La legge viene imposta all'uomo dall'esterno. Se Gesù si limitasse soltanto a spiritualizzare la legge, il suo sarebbe un perfezionamento incompleto. Egli punta alla volontà, al cuore. Il «nuovo» apportato da Cristo è altrove: se Gesù esige un di più, la motivazione è in quel «ma io vi dico». Chi impone è Cristo, il quale ne ha dato per primo l'esempio. L'amore ai nemici, la sopportazione della sofferenza e della persecuzione sono resi possibili al cristiano perché è sollecitato e realmente aiutato dall'esemplare che ha davanti. Il cristiano non obbedisce soltanto a una legge, ma si mette sulla scia di Cristo che lo precede e che diventa per lui modello-legge-istanza suprema-forza interiore per il dono dello Spirito (Mt 3,11), premio-amore beatificante

Un passo avanti nella fraternità

Le parole di Gesù invitano il cristiano a qualcosa «di più», a fare un passo avanti nella fraternità. Non basta non uccidere il fratello, occorre rispettarlo, non prenderlo alla leggera, non sentirsi superiore a lui. Si può uccidere con le parole, con un giudizio duro, con un atteggiamento sprezzante. Si può uccidere il fratello relegandolo nell'isolamento, spegnendo il suo entusiasmo e i suoi progetti di bene, non permettendogli di esprimersi liberamente. Gli emarginati, gli anziani dei ricoveri, i deboli mentali, «i lontani» sono uccisi dal nostro crudele disinteresse, dal nostro isolamento, dal nostro dito puntato... Non si può onorare Dio se il fratello è disonorato, perché Dio è in ogni fratello che incontriamo, specialmente nei poveri, nei piccoli, negli umili, nei disprezzati, in quelli che noi, a volte, chiamiamo cretini («raca»)...

Un passo avanti nell'amore e nella sincerità

L'amore dell'uomo e della donna non è desiderio e ricerca egoistica della propria soddisfazione. L'amore è volere il bene dell'amato, è incontro libero e liberante. L'attrazione fisica senza amore è segno alienazione e immaturità profonda, è la negazione della liberta e della dignità della persona, è un tentativo di distruggere l'altro per fame una cosa, un oggetto.

Un amore vero radicato nella totalità della persona si inserisce nell'unica corrente d'amore che è Dio, un Amore che dona il Figlio: un dono totale, perché Cristo ha dato la sua vita per noi; un Amore che ha «promesso di essere presente in coloro che lo amano e con cuore retto e sincero custodiscono la sua parola» (colletta).

La famiglia deve vivere queste caratteristiche di amore, che la segnano profondamente e ne cementano l'unita. Dono totale. L'amore nel matrimonio o è cosi o non è nulla. Totale fino a darsi, a sacrificarsi completamente.

Le parole non sono fatte perché gli uomini se ne servano per ingannarsi a vicenda, ma perché ciascuno di essi porti a conoscenza degli altri il proprio pensiero. Ingannare gli altri significa travisare il segno della parola, farla diventare mezzo di divisione e di confusione anziché di comunione e di chiarezza. Cristo supera quindi la legge giudaica quando vieta la menzogna in ogni circostanza, rendendo cosi inutile il giuramento.

La parola di Dio è sorgente inesauribile di vita

Dai «Commenti dal Diatessaron» di sant'Efrem, diacono (1, 18-19; SC 121, 52-53)

Chi è capace di comprendere, Signore, tutta la ricchezza di una sola delle tue parole? E' molto più ciò che ci sfugge di quanto riusciamo a comprendere. Siamo proprio come gli assetati che bevono ad una fonte. La tua parola offre molti aspetti diversi, come numerose sono le prospettive di coloro che la studiano. Il Signore ha colorato la sua parola di bellezze svariate, perché coloro che la scrutano possano

ciò che preferiscono. Ha nascosto nella sua parola tutti i tesori, perché ciascuno di noi trovi una ricchezza in ciò che contempla.

La sua parola è un albero di vita che, da ogni parte, ti porge dei frutti benedetti. Essa è come quella roccia aperta nel deserto, che divenne per ogni uomo, da ogni parte, una bevanda spirituale. Essi mangiarono, dice l'Apostolo, un cibo spirituale e bevvero una bevanda spirituale (cfr. 1 Cor 10, 2).

Colui al quale tocca una di queste ricchezze non creda che non vi sia altro nella parola di Dio oltre ciò che egli ha trovato. Si renda conto piuttosto che egli non è stato capace di scoprirvi se non una sola cosa fra molte altre. Dopo essersi arricchito della parola, non creda che questa venga da ciò impoverita. Incapace di esaurirne la ricchezza, renda grazie per la immensità di essa. Rallegrati perché sei stato saziato, ma non rattristarti per il fatto che la ricchezza della parola ti superi. Colui che ha sete è lieto di bere, ma non si rattrista perché non riesce a prosciugare la fonte. E' meglio che la fonte soddisfi la tua sete, piuttosto che la sete esaurisca la fonte. Se la tua sete è spenta senza che la fonte sia inaridita, potrai bervi di nuovo ogni volta che ne avrai bisogno. Se invece saziandoti seccassi la sorgente, la tua vittoria sarebbe la tua sciagura. Ringrazia per quanto hai ricevuto e non mormorare per ciò che resta inutilizzato. Quello che hai preso o portato via è cosa tua, ma quello che resta è ancora tua eredità. Ciò che non hai potuto ricevere subito a causa della tua debolezza, ricevilo in altri momenti con la tua perseveranza. Non avere l'impudenza di voler prendere in un sol colpo ciò che non può essere prelevato se non a più riprese, e non allontanarti da ciò che potresti ricevere solo un pò alla volta.

Commento di Paolo Curtaz

I precetti ti custodiranno

La mia vita ha il sapore agrodolce del Vangelo. E la Parola illumina i passi del mio cammino, sì. So di appartenere al Signore, so di averlo seguito lasciando le reti, non tutte, a dire il vero, e a volte mi inciampo. Sono diventato pescatore di umanità. Anzitutto in me stesso. Innamorandomi perdutamente della vita che mi è stata donata. E del mistero che si nasconde dietro questa vita. So bene, come scrive Ben Sirach oggi, che davanti a me ho acqua e fuoco. So bene che la vita di fede non è fatta solo di gesti etici, né tantomeno seguire una morale. Non più di quanto chi si ama è portato a rispettare l’amore che prova per la persona amata. Ma so anche che non c’è nulla di più lontano dal Vangelo dell’intransigenza. Della regola. E dell’ossessione della coerenza. So dove cercare la felicità, meditando le Beatitudini, vivendole, nella piena consapevolezza del mio limite. Ma nella sconfinata proporzione del mio desiderio profondo e intimo. Dell’anima che fa breccia in ogni azione. In ogni pensiero. Osa Ha parlato delle Beatitudini, il Maestro. Le vive, quelle Beatitudini. Ha chiesto ai discepoli di osare. Di crederci. Così facendo diventano, diventiamo, testimoni credibili. Credenti credibili. Nella quotidianità, fuori dagli angusti spazi del Sacro in cui, troppo spesso, abbiamo relegato l’immensità di Dio. Ma è difficile parlarne, difficile parlano a noi cattolici. Perché troppo spesso abbiamo confuso i paini, elevato a dogma divino le nostre abitudine. Siamo diventati intransigenti, quasi sempre con gli altri. Se capissimo. Gesù ci prova. Con i devoti del suo tempo, con noi, con me. Paolo ci ammonisce: esci dalla tua logica, non parliamo di logica mondana, di sane e sante abitudine, siamo nella sfera del divino, del sogno assoluto, della pienezza che costruiamo giorno per giorno. Lo Spirito le conosce, in profondità, e le rivela a chi si fida a chi va al cuore della Legge, che è Legge d’amore. Non una riga Gesù non cambia la Legge dei Padri, la riporta alla sua origine. Le ridona quella vitalità che i nostri perbenismi hanno stravolto e soffocato. I dottori della Legge e i farisei, brava gente, facevano a gara e si sforzavano per essere integri davanti a Dio. Sapevano (pensavano, illusi) di potersi presentare davanti a Dio da primi della classe, da bravi ragazzi, intonsi nella loro rigidità spirituale e morale. Bello, bene, bravi. Solo che Gesù chiede di più, chiede di superare quella giustizia. Di approdare alla misericordia.Di cambiare approccio. Radicalmente. Pacificati Il primo tema affrontato in maniera esemplare è quello difficile della violenza e dell’omicidio, peraltro condannato dalla Torà che prevede la pena capitale (Es 20,13;21,12). Gesù amplia l’idea dell’omicidio allargandolo alla maldicenza e al giudizio. Il discorso del perdono ai fratelli è legato alla tradizione del kippur: Dio perdona i peccati commessi contro di lui ma solo il fratello perdona i peccati commessi al fratello. Non è l’atto a stabilire la gravità di un’azione ma anche la sua intenzione. Posso vivere e coltivare l’odio senza apparentemente mai commettere un gesto scorretto, così come posso usare la lingua come un’arma affilata e uccidere. Il divieto di uccisione non è limitato all’azione fisica ma anche, e soprattutto, a quella della volontà: posso uccidere col pensiero, con le parole, col giudizio, senza usare un’arma! Persone, non cose La stessa logica avviene rispetto al ruolo della donna. Gesù è e resta un uomo (maschio) del suo tempo e la donna, nella logica biblica, è senz’altro soggetta all’azione del padre prima e del marito poi. Eppure l’affermazione di Gesù ha fatto certamente riflettere molti. La donna non è proprietà del maschio di casa. Non un oggetto per soddisfare per proprio legittime aspirazioni sessuali. È persona. Relazione. Completamento. Oggettivare l’altro, uomo o donna che sia, ricondurlo a sé, usarlo, appunto, è perdere l’opportunità di relazionarsi. Gesù chiede di superare la logica del possesso, della bramosia, anche all’interno di una unione di coppia o di una famiglia. Rispetta il mistero che sei. Accoglie il mistero che è l’altro. Autentici Il giuramento è una pratica comune a tutti i popoli, la Bibbia la attribuisce sia agli uomini che a Dio (Gn 22,16; Dt 1,8; Sal 132,11-12…). È una sorta di atto sociale e sacro, l’ultima garanzia di verità che l’uomo può offrire al suo simile. La Torà disapprova solo lo spergiuro, le inadempienze, la falsità Gesù, invece, disapprova ogni tipo di giuramento, in contrasto con gli abusi che vedeva: era abituale intercalare il giuramento fra i giudei del suo tempo. L’abuso di giuramento è indice di sfiducia, di diffidenza, di insincerità. Scredita la Parola e Dio: la proibizione di Gesù è un appello alla verità, prima che a Dio, alla carità, distrutta dal dubbio e dalla reciproca diffidenza. Al di fuori della sincerità vi è solo la menzogna che, ricorda Giovanni, ha per padre il maligno (8,44). Il discepolo è chiamato ad essere sincero, ad essere autentico anzitutto con sé stesso. La prima menzogna da evitare è con se stessi. Quando incontriamo Dio e ci specchiamo in lui non abbiamo più necessità di apparire diversi, di farci migliori, di apparire. Quando ci avviciniamo a Dio scopriamo noi stessi, anche le nostre ombre, certo, che vengono però rilette alla luce della Parola. Ciò detto, se siamo chiamati ad essere sempre sinceri senza giurare, non è detto che siamo chiamati a dire tutto a tutti. Ci sono persone impudenti e curiose, persone da cui difendersi (non diamo le perle ai porci!). Accanto al concetto di autenticità e verità mettiamo quello di riservatezza e pudore. Ricercare l’autenticità in noi stessi non è certo facile, ma possibile con l’aiuto dello Spirito. Di più, allora. Più della giustizia dei farisei. Scoprendo, come dice la prima lettura, che se vogliamo osservare i comandamenti, saranno loro a custodirci. Magnifico.

Commento al Vangelo di Domenica 16 Febbraio 2020

Speciale Festa Patronale

Le solenni celebrazioni in onore di San Pantaleone, Medico e Martire, Principale Patrono di Ravello, costituiscono ancora oggi per Ravello un momento speciale di preghiera e di gioia, una secolare tradizione di fede che unisce nella preghiera tutti i ravellesi, vicini e lontani.
Un evento di Fede, Cultura, Tradizione, cui è stato dedicato anche il pagina FB  sul quale verranno pubblicati il programma, le notizie, i video e le foto.

26 e 27 LUGLIO: RAVELLO CELEBRA IL SUO SANTO PATRONO

Segui la diretta 

La festa patronale costituisce ancora oggi per Ravello un momento speciale di preghiera e di gioia. Un’occasione per rinnovare spiritualmente la comunità e per rinsaldare i legami con le origini di una tradizione secolare, che magnifica il “dies natalis” di Pantaleone da Nicomedia, martire e taumaturgo, presente in mezzo a noi attraverso la reliquia del suo sangue.

Il mattino del 26 luglio sarà salutato dallo Storico Premiato Gran Concerto Bandistico “G. Piantoni - Città di Conversano” (BA), diretto dal M° Susanna Pescetti, che darà inizio ai festeggiamenti con l’esecuzione di marce sinfoniche in e per le vie del paese. I matinée (ore 12.00) e le esecuzioni serali del 26 (ore 21.00) e 27 luglio (ore 22.15) riproporranno agli appassionati cultori delle orchestre di fiati le più belle pagine sinfoniche ed operistiche.

La liturgia della luce e l’esposizione della statua, seguita dal canto dei Vespri (ore 20.00), daranno inizio alle celebrazioni patronali.

Le sante messe comunitarie del giorno 27 avranno luogo alle ore 7.30 - 9.00 e alle 12.00 mentre il solenne pontificale delle 10.30 sarà presieduto da S.E. Rev.ma Mons. Orazio Soricelli, Arcivescovo di Amalfi - Cava de'Tirreni. 

In serata, poi, avranno luogo la messa pontificale vespertina (ore 19.00) celebrata da S.E. Rev.ma Padre Michele Petruzzelli, Abate dell'Abbazia della SS.Trinità di Cava de' Tirreni, cui seguirà la processione per le vie della paese mentre il grande spettacolo pirotecnico (ore 21.45), curato dalla rinomata ditta dei Cav.ri Cav. Giovanni Boccia, Luigi Nappi e Admodio Di Matteo da Palma Campania (NA), suggellerà i solenni festeggiamenti che si concluderanno con uno scelto programma lirico-sinfonico.

In questi momenti un’ atmosfera di grande giubilo pervade la comunità ravellese, raccolta nella sua chiesa cattedrale, cuore pulsante della città, attorno all’altare dell’inclito sangue, per cantare di “Pantaleone la Gloria, la Potenza, la Fede”. 

Ravello è in festa con il Concerto “Città di Conversano”

Lo Storico Premiato Gran Concerto Bandistico "Giuseppe Piantoni - Città di Conversano" (BA) allieterà le giornate festive (26 e 27 luglio) in onore del santo patrono. Una grande realtà musicale del XVIII secolo che, nel solco di una plurisecolare tradizione musicale, nel nome dell'indimenticato Direttore-Musicista-Compositore M° Giuseppe Piantoni, quest'anno celebra la stagione artistica numero 220.

Confermata per la Stagione 2019 la direzione del complesso orchestrale, affidata al ben noto Maestro Susanna Pescetti, docente presso il Conservatorio Benedetto Marcello di Venezia, e apprezzato in tutto il mondo.

La Città della Musica accoglie lo Storico Premiato Gran Concerto Bandistico "Giuseppe Piantoni - Città di Conversano" (BA), certa del valore artistico e dell'offerta di grande musica che il complesso orchestrale saprà donare a tutti gli appassionati cultori dell'antica arte candistica 

Ravello è in festa. Si accende ancora una volta la magia di una tradizione secolare.

Il Programma

Segui la diretta 

17 - 25 Luglio – Novenario

Ore 19.00: Rosario e Coroncina di San Pantaleone

Ore 19.30: Santa Messa.

23 Luglio:

Santa Messa celebrata da S.E. Mons. Orazio Soricelli, Arcivescovo di Amalfi – Cava de’Tirreni, con testimonianze del dott. Giuseppe Longo, Direttore Generale Azienda Ospedaliera Universitaria di Salerno, e del prof. Carmine Vecchione, Preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Salerno.

24 Luglio:

Ore 18.00: Rosario, Coroncina di San Pantaleone e Santa Messa.

Ore 19.00 – Duomo di Ravello: “Ravelli Pignus Optimum”. Presentazione ristampa anastatica della prima edizione della “Vita del glorioso Martire S. Pantaleone medico, protettore della Città di Ravello, per D. Ferdinando Mansi, Roma, 1857”, dall’esemplare conservato presso la Biblioteca Vallicelliana di Roma, a cura di: Comune di Ravello, Parrocchia Santa Maria Assunta e Associazione “Ravello Nostra”.

Ore 20.00 – Duomo di Ravello: “Le note di Sigilgaida”. Concerto d’organo di Bernard Foccroulle, a cura della Fondazione Ravello.

 

25 Luglio:

Presidio Ospedaliero “Costa d’Amalfi”: Open Day Total Prevention, a cura di: Comune di Ravello, Associazione “Avrò Cura di Te”, Parrocchia Santa Maria Assunta.

Ore 15.00 – 18.00: “Nel segno di Pantaleone da Nicomedia”. Visite mediche gratuite nelle seguenti specializzazioni: Broncopneumologia, Cardiologia, Diabetologia, Ecografia, Ematologia, Endocrinologia, Flebologia, Ginecologia, Pediatria, Senologia.

Prenotazione obbligatoria al numero (dott.ssa Tiziana Bardaro).

 

- ore 15.00 – 18.00: Corso BLS – D, a cura dell’Associazione GIVI di Battipaglia.

Ore 19.00: Rosario e Coroncina di San Pantaleone.

Ore 19.30: Santa Messa a chiusura del Novenario e canto del Te Deum. Testimonianza del Prof. Giancarlo  Accarino, Direttore SC di Chirurgia Vascolare e Capo Dipartimento Torre del Cuore AOU Salerno.

Ore 21.00 – : “Nino Buonocore in Jazz”, a cura del Comune di Ravello.

26 LUGLIO: VIGILIA FESTIVA

Ore 08.30: Lo Storico Premiato Gran Concerto Bandistico “Città di Conversano” (BA), diretto dal M° Susanna Pescetti, darà inizio ai festeggiamenti con marce sinfoniche in . Seguirà il giro del paese.

Ore 12.00:   Matinée nei giardini di Villa Rufolo.  

Ore 19.00:   Omaggio al Sacrario dei Caduti.

Ore 20.00: Liturgia della Luce, Annuncio della Festa, Esposizione della statua del Santo Patrono e Canto dei Vespri.

Ore 21.00:  Programma di musica sinfonica ed operistica in , artisticamente illuminata dalla ditta “Tecno Service Illuminazioni”.

27 LUGLIO: SOLENNITA’ LITURGICA

Ore 7.30 - 9.00 - 12.00:  Santa Messa Comunitaria.

Ore 10.30: Solenne Celebrazione Eucaristica presieduta da S.E. Rev.ma Mons. Orazio Soricelli, Arcivescovo di Amalfi – Cava de’Tirreni.

Ore 12.00:   Matinée in .

Ore 19.00:  Messa Vespertina celebrata da S.E. Rev.ma Padre Michele Petruzzelli, Abate dell'Abbazia della SS.Trinità di Cava de' Tirreni, cui seguirà la processione per le vie della paese.

Ore 21.45:  Grande spettacolo pirotecnico curato dalla rinomata ditta dei Cav.ri Giovanni  Boccia, Luigi Nappi e Amodio Di Matteo da Palma Campania (NA).

 

Seguirà uno scelto programma lirico-sinfonico, eseguito dal sullodato Gran Concerto Bandistico “Città di Conversano”, con cui si concluderanno i festeggiamenti.

 

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Trip Advisor: Duomo di Ravello

 Duomo di Ravello

 

 




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